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10/10/2006 - 15:40
BAIKONUR, IL TRICOLORE TRIONFA IN
ORBITA!
Giunge dalla steppa del Kazakistan la pionieristica vittoria di
Antonio Mazzaracchio, quarantasettenne ingegnere umbro che
vive con il naso all’insù la sua particolarissima passione dei
cieli. Specialista del settore aeronautico e con 15 anni di
esperienza alle spalle, Antonio si è appena laureato campione del
mondo di modellismo spaziale, specialità che prevede il lancio di
razzi in miniatura in una riproduzione dinamica dei missili a
reazione. L’italiano ha sbaragliato l’agguerrita concorrenza
(proveniente per lo più da Russia, Stati Uniti, Giappone ed Est
Europa) e battuto, in una soffertissima finale conclusa addirittura
allo spareggio, il favorito polacco Malmyga Leszek.
Un’affermazione azzurra di primo piano in un settore pressochè
sconosciuto all’opinione pubblica, ma dalle performance di
incredibile livello: il nostro atleta, tuttora detentore del record
planetario nell’altezza di lancio (658
metri, Polonia 2004), cura personalmente, come tutti i
suoi colleghi, ogni istante di vita dei propri modelli destinati
all’orbita: si tratta di gioielli dall’incredibile peso di circa 6-8
grammi, ottenibile grazie all’esclusivo utilizzo di materiali
leggerissimi ma robusti come kevlar, carbonio e fibra di vetro che
resistono a pressioni gigantesche e possono essere spinti
nell’atmosfera da una minima quantità dello stesso propellente usato
dai booster spaziali. Le loro dimensioni sono estremamente ridotte,
con solo 50 centimetri di lunghezza ed un diametro di 4 cm circa.
Cotti al forno, vengono confezionati autonomamente dagli iscritti
alle gare internazionali, che usualmente fanno tappa proprio nelle
stazioni di lancio più conosciute, da Cape Canaveral a Baikonur, da
Praga ad Ankara.
Una disciplina, quella dello «space
modeling», affascinante e scarsamente seguita, ma di fatto
regolarmente iscritta al Coni e all’Aeroclub d’Italia, oltreché alla
Fédération Aéronautique Internationale. E che, nel suo curioso
svolgimento, si affida a regole dal chiaro spirito romantico ed
artigianale, come quella che prevede l’utilizzo di soli due
modellini nell’arco dell’ora di gara e soprattutto, ad ogni lancio,
il rintracciamento e recupero del proprio missile in tempo utile per
il “bang” successivo.
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